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Se vuoi informazioni circa gli antifurto tripla frequenza, bisogna fare una piccola premessa per capire: nei sistemi di allarme senza fili la comunicazione tra i vari dispositivi (centralina, sensori, sirene, ecc.) avviene utilizzando le onde radio; inoltre la trasmissione dei segnali è codificata e gestita, di solito, dalla centralina.

I primi sistemi allarme wireless (senza fili) utilizzavano una singola frequenza, la 433MHz; in realtà non è propriamente una singola frequenza ma un range di frequenza comprese tra 433,075 e 434,775MHz.

Successivamente l’evoluzione tecnologica ha portato ad utilizzare anche un altro range di frequenze sugli 868MHz.

A tutt’oggi sono queste le frequenze utilizzate e l’argomento di cui si discute maggiormente è stabilire quale sia la frequenza piu’ “sicura” fra la 433Mhz e la 868Mhz. In base a questa caratteristica peculiare, cioè la frequenza di lavoro, si cerca di ottenere una classificazione sulla qualità dei vari sistemi wireless che si trovano in commercio.

Si premette che per entrambe le frequenze sono disponibili gli LPD (dispositivi a potenza limitata) che, rispettando le regole previste dalla direttiva R&TTE, possono essere usati senza licenze o concessioni.

Inoltre il fatto di dire che una banda sia più “satura” è fuorviante, perchè comunque si parla di dispositivi a corto raggio (100-200m senza particolari antenne) e quindi la situazione ambientale di un luogo, da un punto di vista elettromagnetico, può essere totalmente diversa già a poche centinaia di metri di distanza.

Quindi affermare che una frequenza sia migliore o piu’ sicura di un’altra è pura speculazione commerciale; non ci sono motivi sostanziali per preferire una o l’altra frequenza a meno di ragioni contingenti.

In realtà il problema fondamentale non è stabilire quale sia la frequenza migliore ma è capire come avviene la comunicazione tra sensori e centralina e come eventuali malintenzionati possano inibire le comunicazioni.

E questo è uno dei motivi per cui è stata sviluppata la tecnologia degli antifurto a doppia frequenza che consente ai dispositivi di inviare/ricevere segnali sulle due frequenze citate; avendo un doppio di canale di comunicazione ciò garantisce una connessione più affidabile tra i vari dispositivi.

Ciò dovrebbe garantire più sicurezza anche se si può obiettare che l’eventuale malintenzionato capace di inibire una frequenza potrà farlo anche su entrambe. Questo può essere vero ed infatti solitamente i sistemi doppia frequenza sono dotati di ulteriori funzioni di controllo dell’eventuale accecamento radio (antijamming) che aiutano a riconoscere quando entrambe le frequenze possano essere disturbate e vengano rese indisponibili.

Una evoluzione della doppia frequenza è l’ antifurto tripla frequenza, pensata sia per rendere più sicuro un sistema di allarme ma anche per fornire maggiore compatibilità tra i vari sistemi. Infatti esistono sistemi antintrusione senza fili che utilizzano sia più frequenze radio che codifiche.

Un esempio di allarme tripla frequenza può essere il seguente:

Ciò che rende interessante questa tecnologia è il fatto che l’utente finale non si accorge della complessità del sistema, se non che il sistema antifurto funziona in modo affidabile. E’ questo è uno dei motivi per i quali i sistemi wireless hanno avuto cosi’ successo. Ci sono chiaramente altre caratteristiche e funzionalità che garantiscono una comunicazione radio affidabile ma ne parleremo in un altro articolo.

Negli ultimi anni si è visto un aumento delle vendite di sistemi di allarmi wireless (cioè senza fili) a discapito dei più classici allarmi con filo, ovvero che richiedono il collegamento con cavi tra i vari componenti del sistema (centralina, sirena, sensori, telecamere).

Cerchiamo ora di capire meglio come funziona un sistema di allarme senza fili (wireless) e per questo bisogna anzitutto parlare di “trasmissione via radio”.

Per ciò che riguarda i sistemi antifurti, come detto in precedenza, il collegamento via etere (trasmissione radio) si è rivelato il modo migliore di connettere e far comunicare i dispositivi.

Lo scopo principale di un sistema di allarme wireless è quello trasmettere (inviare e ricevere) segnali radio che siano identificabili con certezza entro distanze utili ad un utilizzo commerciale (privati o utenze commerciali). Il funzionamento del sistema è molto semplice: il sensore (rivelatore senza fili) trasmette l’allarme alla centrale che lo riconosce e trasmette a sua volta il comando ai dispositivi di segnalazione allarme; i dispositivi di comando del sistema, ad esempio il telecomando, analogamente trasmettono alla centrale i segnali di attivazione e disattivazione (armamento/disarmamento).

Negli antifurti wireless si impiegano tecnologie a bassa potenza (SRD Short Range Devices) che sono particolarmente utili negli ambienti interni, perchè consentono di superare ostacoli fisici e di trasmettere segnali codificati ad alta velocità; inoltre i dispositivi SRD hanno consumi energetici molto ridotti ed impiegano potenze limitate per normativa entro i 100mW, quindi ben lontane dal poter creare inquinamento elettromagnetico.

La normativa europea prevede che per i sistemi wireless possono essere utilizzate le bande di frequenza comprese tra 25MHz e 1.000MHz.

Le frequenze di lavoro dei sistemi wireless dipendono da dispositivi chiamati oscillatori di trasmissione; esistono due tipi di oscillatori: oscillatore al quarzo e oscillatore ceramico.

L’oscillatore al quarzo può generare frequenze tra i 26,995MHz e 40,700MHz; l’oscillatore ceramico può generare frequenze tra i 433,050MHz e 434,790MHz. Quindi il tipo di oscillatore utilizzato determina una divisione in due fasce entro la banda disponibile per la trasmissione e soprattutto determina una divisione in due gruppi dei sistemi wireless.

Analizziamo in dettaglio le caratteristiche dei sistemi di trasmissione basati su questi due tipi di oscillatore.

Con i sistemi basati sugli oscillatori controllati al quarzo si ottiene, a pari potenza di trasmissione consentita dalle norme, un raggio d’azione che può essere anche dieci volte superiore ai sistemi a 433MHz, ovvero quelli basati su un oscillatore ceramico. Questi sistemi sono molto precisi e garantiscono una maggiore selettività dei segnali trasmessi e ricevuti, sono totalmente immuni ai disturbi radio (anche perchè per i canali usati per la trasmissione non sono intasati da altri dispositivi radio usati per altre applicazioni), inoltre offrono una stabilità del raggio d’azione anche al variare della temperatura.

Con i sistemi basati sugli oscillatori ceramici innanzitutto si hanno maggiori interferenze ambientali. Infatti la banda compresa tra 433MHz e 434MHz è utilizzata, oltre che i sistemi d’allarme, anche da radiocomandi per cancelli, radiocomandi per chiusure centralizzate auto e radiocomandi per giocattoli per bambini ed altre applicazioni. Questo perchè, rispetto agli oscillatori al quarzo, i ceramici sono meno precisi e per questo poco selettivi (la tolleranza accettata dalle norme è del ± 5%): ad esempio per un sistema a 433MHz significa che la banda di ricezione è compresa tra 411,35MHz e 454,65MHZ, quindi questo ricevitore radio può essere oscurato o accecato da segnali radio compresi tra queste frequenze. Inoltre, possono essere causa di disturbo anche tutti i segnali le cui frequenze hanno una lunghezza d’onda multipla o sottomultipla (1/2, 1/4, 1/8 ecc.); quindi anche tutti i telefoni cellulari, i ponti radio telefonici e i ripetitori di segnali lavorando a 900MHz, la cui metà della lunghezza d’onda è 450MHz, trasmettendo a potenze più elevate sono in grado di accecare i sistemi riceventi di debole potenza a 433MHz o 434MHz.

Infine, la tecnologia usata per questi sistemi non consente una compensazione termica della sezione della radiofrequenza, con la conseguente variazione del raggio d’azione al variare della temperatura.

Quando si parla di frequenze di lavoro dei sistemi di trasmissione in realtà si intende la larghezza di banda, ovvero un intervallo di frequenze entro il quale opera il sistema; l’intervallo di frequenze (la “banda”) può essere suddivisa in “canali”. Ad esempio: la banda che va da 868MHz a 869MHz è pari ad 1MHz e può essere divisa in 10 canali da 100 KHz oppure in 50 canali da 20 KHz, ecc.

Tanto più è piccolo il canale (“banda stretta”) tanto più il sistema richiede precisione nella trasmissione e di conseguenza meno saranno i disturbi che esso riceverà da altre trasmissioni non esattamente centrate sulla propria “banda passante”. Di solito la banda passante dei ricevitori utilizzati nei sistemi di allarme è di 900-1600Hz (ricevitori superreattivi) oppure 400-600Hz (ricevitori quarzati) . Come detto in precedenza i sistemi basati su oscillatori quarzati sono migliori per selettività di banda e quindi consentono migliori portate e migliore immunità ai disturbi.

I sistemi antifurto a doppia frequenza utilizzano quindi una doppia banda; si basano su trasmettitori e ricevitori che operano sulle due bande di frequenza consentite dalle normative, cioè 434MHz e 868MHz. Il motivo per cui sono stati sviluppati questi sistemi è che, disponendo di una doppia banda, risulta meno probabile che le trasmissioni siano disturbate contemporaneamente. Anche se risulta una frequenza disturbata (ad esempio la 434) l’altra frequenza garantisce una corretta comunicazione tra i dispositivi.

Inoltre, di solito, i sistemi a doppia frequenza dispongono anche di funzioni di controllo che consentono di analizzare i disturbi e le interferenze e di reagire generando l’attivazione di un allarme. Questa funzione è integrata in un modulo della centralina di allarme ed è chiamata antiaccecamento (o antijamming).

L’antifurto tripla frequenza quindi più propriamente riguarda l’uso di piu’ canali all’interno delle bande citate, almeno tre.

In sintesi per i sistemi antifurti wireless sono importanti sia le tecnologie di trasmissione sia le funzioni di controllo che impediscono l’oscuramento o il disturbo del segnale e quelle appena citate sono solo alcune.

In conclusione i vantaggi relativi all’utilizzo di un antifurto wireless sono molteplici:

– non sono necessarie opere murarie per il passaggio dei cavi

– ogni dispositivo (centrale, sensori e sirene) può essere posizionato nel punto migliore e non dove può essere passato il cavo

– i dispositivi possono essere spostati facilmente

– immunità ai danni causati da fulmini e scariche elettriche in genere che possono propagarsi sui cavi elettrici

– facilità di integrazione nell’impianto antifurto di sensori tecnologici (rivelatori di gas, fumo, antiallagamento, ecc)

– prezzo contenuto grazie al costante sviluppo delle tecnologie ed alla diffusione dei sistemi wireless

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